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Calcio ‘mundial’, Grabinski spinge l’albiceleste: “Quaranta milioni di argentini sognano la vittoria con l’Olanda”

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Vado L. “Quaranta milioni di persone sarebbero felici se Messi e compagni coronassero questo sogno…”.

Nel giorno della semifinale tra Argentina ed Olanda che indicherà la seconda finalista del mondiale brasiliano chiamata a sfidare la stratosferica Germania, Cesar Grabinski, l’argentino – savonese, racconta l’ansia per una partita attesa da 24 anni, tra i ricordi di bambino che “ammirava” Schillaci e la consapevolezza della forza degli “orange”.

“Sono molto teso – ammette il delantero che, dalla prossima stagione, si cimenterà anche come allenatore – Ma non solo per me. In Argentina ci sono 40.000.000 di persone che sarebbero molto felici se fosse coronato questo sogno”.

Un sogno che, in Italia come altrove, spesso serve per lenire le difficoltà quotidiane: “Ultimamente in Argentina ci sono tanti problemi. Sarebbe una bella “botta” di orgoglio. E, poi, motiverebbe i giovani che sognano di diventare calciatori ad evitare di seguire strade pericolose”.

Il sogno “mundial” in Argentina, negli ultimi 24 anni, è stato molto lontano. L’ultima volta in cui Maradona e soci andarono vicini a vincere il terzo titolo è legato ad Italia ’90.

“Ricordo molto bene l’ultima semifinale – racconta con entusiasmo Cesar Grabinski – Ricordo il gol di Schillaci; ricordo che mio padre mi disse che aveva paura di “quello”, gli piaceva tantissimo. Quando segnò, mio padre mi guardò e non disse una parola”, scava dei ricordi di bambino.

“Poi Caniggia trovò il pareggio e ai rigori super Goicochea fece il resto. Ecco, il portiere dell’Olanda, mi ha fatto ricordare proprio il nostro portiere di allora”.

Dopo i ricordi, però, è il tempo dell’attualità e l’oggi è Robben e Sneijder: “L’Olanda è fortissima ma in un mondiale non sempre la squadra più forte vince, non sempre i migliori giocatori riescono a fare la differenzia”, disquisisce da novello allenatore Grabinski.

“Dove guarderò la partita? Nello stesso posto dove ho visto le altre, in un circolo Arci a Quiliano ma cercherò di mettermi nel posto dove c’è meno gente possibile perché voglio “sentirla”. Sarò l’unico argentino ma cercherò di spingere per i giocatori della mia Nazione.

Cosa voglio? Una sola cosa: l’Argentina in finale in Brasile”.


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