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Calcio, lo speciale Settore Giovanile del ct Vaniglia. AlbinoLeffe: la fucina “celeste” (parte terza)

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Savona. Completiamo il dossier sul pianeta giovani dell’AlbinoLeffe riportando l’incontro avvenuto in estate con il nuovissimo staff tecnico/organizzativo che dovrà terminata l’era Bonavita tener alte le sorti del glorioso sodalizio biancoceleste.

Agosto 2014. Con il minigruppo di allenatori di giovani calciatori con cui è stato in visita all’Atalanta, al Montebelluna, all’Unione Sportiva Arco e alla Virtus Don Bosco, il selezionatore provinciale savonese Felicino Vaniglia rispostandosi in direzione val Seriana ha raggiunto la seconda grande realtà calcistica della provincia bergamasca. Anche la nuova stagione 2014/15 che è alle porte verrà vissuta con la stessa umiltà e uguale impegno con cui si affrontavano le partite più difficili contro le squadre di grande tradizione e pluriscudettate.

Il bresciano Luciano Zanchini è il nuovo responsabile del settore giovanile dell’AlbinoLeffe. Il tecnico di Soncino inizia questa nuova avventura con grande energia e forti motivazioni, consapevole del fatto che quando si parla di giovani calciatori ci sono sempre nuovi margini di crescita. Noi lo abbiamo intervistato per conoscere quali saranno le linee guida che ispireranno la sua azione.

Può fornirci a caldo com’è stato il primo impatto con la realtà “AlbinoLeffe”?

Senza dubbi molto positivo. Quando ho parlato con il Presidente Gianfranco Andreoletti e il Direttore Sportivo Aladino Valoti ho avuto subito la sensazione di essere di fronte a un progetto molto serio, che si vuole portare avanti e migliorare. Mi auguro di poter dare una mano perchè se lo meritano.

Qual è stato il percorso che l’ha portata alla “celeste”?

A livello di settore giovanile ho lavorato a Brescia, Cremona, Verona, poi ho avuto varie esperienze anche in prima squadra. In particolare ricordo con grande piacere il quadriennio al fianco di Cesare Prandelli nell’Hellas a cavallo del 2000.

Riceve in eredità un settore giovanile in crescita costante. Secondo lei che margini di miglioramento ci sono?

Penso che i margini ci siano nel momento in cui si vuole fare qualcosa d’innovativo, ma la vera crescita parte dai formatori. Il loro miglioramento può incidere nel completamento del ragazzo che è decisivo nella scalata delle categorie che portano alla prima squadra. Inoltre, avere un’ideologia comune con il tecnico della Prima Squadra è sicuramente un vantaggio perchè salvaguarda il lavoro che viene fatto con i ragazzi, come dimostrato dai tanti giovani approdati tra i professionisti”.

Quali sono le linee guida del suo lavoro?

Il fatto di conquistare palla per poter andare a giocarla; non distruggere quello che fa l’avversario, ma avere un atteggiamento sempre propositivo.

Può darci qualche anticipazione su come verranno gestiti i diversi gruppi di età?

Per quanto riguarda l’attività di base, proseguiremo seguendo il Metodo Wein che sta dando dei benefici. A questo aggiungo qualcosa per far sì che il ragazzo inizi a completarsi in funzione del ruolo e in più, scalando le categorie, lavoreremo su situazioni di gioco e movimenti di reparto inerenti a quella che è la gara”.

Lavorare in un centro sportivo come quello di Zanica è sicuramente stimolante.In cosa potrebbe essere migliorato?

È un centro sportivo all’avanguardia visto che l’inaugurazione è avvenuta nel 2008. C’è molto verde negli oltre 7 ettari della superficie a disposizione e gli uffici sono molto funzionali. Divisi dai quattro vialetti intitolati a personaggi che hanno lasciato una loro impronta (Cattaneo-Gherardi-Pini e Lussana) ci sono 2 campi in erba ed uno in sintetico su cui si allenano tutti i nostri tesserati suddivisi in 10 squadre : come vede si è voluto seguire l’esempio dei grandi club.Sono stati previsti tuttavia importanti investimenti per ampliarlo rendendolo consono alle sempre nuove esigenze, specialmente a riguardo dell’attività di base (resp.le G.Cancelli) e della rete di scouting (resp.le L.Rossi).

Detto del primo impatto, quali sono le principali differenze con le realtà che ha vissuto negli anni passati?

La differenza la fa il presidente. Ha un’organizzazione di base interna che vuole trasmettere e che vuole che sia portata avanti seguendo dei binari precisi e questo ci costringe, tra virgolette, a lavorare sull’obiettivo.

Nel corso degli anni l’AlbinoLeffe ha puntato molto sulla formazione di uomini prima che calciatori. Crede che sia questa la strada da percorrere anche per il futuro?

Penso proprio di sì. La disciplina, il rispetto, la formazione scolastica sono le basi. Negli ultimi anni è venuta meno la figura dell’oratorio, ma cerchiamo di sopperire a questa mancanza con il lavoro fatto qui a Zanica. Cercheremo di costruire qualcosa di solido anche con l’aiuto delle famiglie.

C’è ancora il tempo per scambiare qualche impressione con l’entourage dell’AlbinoLeffe. I volti già ampiamente noti del ds Aladino Valoti e dell’ex grande bomber di categoria Paolo Zirafa (segretario organizzativo del vivaio di Zanica) fanno da contorno a una campagna di rafforzamento identitario volutamente incentrata sul lancio delle nuove leve. Non a caso il motto “Portiamoli in alto… insieme”, la fa da padrone. Il tricolore neoconquistato dalla Berretti che fa il paio con quello degli Allievi nazionali nella stagione precedente ed è il miglior viatico per il futuro. Non è pertanto un caso se al figlio d’arte Mattia Valoti (centrocampista classe ’93 che dalle giovanili del Milan è in predicato di passare al Verona in Serie A) così come agli aspiranti fenomeni Moreo, Cremonesi e Bentley vengano riservate attenzioni da parte dei grandi club, a cui i dirigenti in questione contano di riproporre lo stesso discorso che ha legato Andrea Belotti al Palermo. Del resto durante una sosta che ci siamo concessi coincisa con un caffè al bar sulla bustina dello zucchero c’era impresso il motto: “Provare, provare e provare”.

Chediamo al ds Valoti: cosa voglia dire questo slogan per la società?

Nell’AlbinoLeffe a credere in queste parole ci sono tante persone: non solo noi che compariamo ufficialmente ma tutte quelle che lavorano dietro le quinte, lontano dalle ribalte, e che danno l’anima per la crescita del vivaio garantendo così il ricambio generazionale. Questo è il segreto del miracolo sportivo che ci siamo inventati facendolo nascere praticamente dal nulla e che adesso tutti cercano di emulare.

Con quali prospettiva andate ad affrontare l’ennesima stagione sportiva?

Il ritorno sulla sella bluceleste di Fabrizio Pala è la storia di un percorso obbligato a ritroso per il calcio in riva al Serio. Il mister è voglioso di riappropriarsi della Favola che alle soglie dell’estate di sette anni fa a momenti non portava la A. Ma la favola del Chievo-bis sfiorata è un ricordo lontano, perché la realtà parla del terzo giro di corsa in Lega Pro, stavolta in edizione unificata. C’erano altre ipotesi per la panchina della prima squadra, ma considerando che su 25 elementi della rosa contiamo di averne 20 del nostro settore giovanile. L’AlbinoLeffe andrà in campo con una formazione la cui età media sarà inferiore ai 24 anni. Non è un record per la categoria, ma resta sicuramente un segnale e la società, questo è certo, intende proseguire su questa strada. E’ uno dei nostri obiettivi, se non addirittura quello primario; fa parte della nostra politica, dover lavorare sui giovani perché è una nostra precisa scelta ed in funzione di ciò che ci chiede la categoria. Puntare su rose sempre più giovani rientra nei programmi di ristrutturazione della Serie C, contenendo i costi e promuovendo nuovi elementi che, con le giuste qualità, possono aspirare ad una carriera di prestigio.

Alle spalle della prima squadra c’è una Berretti reduce da una grande stagione e siamo in piena estate, per usare un gioco di parole. Quale contributo si attende dal settore giovanile? Possiamo augurarci di vedere presto qualche giovane promosso alla rosa superiore?

Da molti anni lavoriamo sul settore giovanile con il supporto di risorse umane, tecniche ed economiche. Crediamo fermamente nell’utilità di questo lavoro, per cui ci auguriamo al più presto di avere in prima squadra elementi cresciuti fin dai primi calci nel nostro settore giovanile. Siamo soddisfatti del rendimento della formazione Berretti, così come delle altre categorie di fascia nazionale, ma ciò che conta davvero è riuscire a sviluppare al massimo le potenzialità dei nostri ragazzi. Siamo convinti che il nostro futuro sia nel settore giovanile.


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