Savona. Continuiamo, con questo settimo inserto, il lungo excursus che ci porterà a visitare i più grandi centri di formazione calcistica siti sul territorio nazionale e nel continente europeo, proseguendo con una società dilettantistica friulana che fa del proprio settore giovanile il vero fiore all’occhiello.
Agosto 2014. Con il minigruppo di allenatori di giovani calciatori con cui è stato in visita all’ Atalanta, al Montebelluna, all’Unione Sportiva Arco, all’AlbinoLeffe, alla Virtus Don Bosco e alla Cremonese, il selezionatore provinciale savonese Felicino Vaniglia rispostandosi in direzione nord, ha raggiunto il Triveneto, ed accanto al capoluogo della regione Friuli (Udine) ha trovato fotografandone l’attività un’altro vivaio “doc” che valeva la pena mettere in luce: l’A.S. Donatello.
Ai bordi del campo sportivo “G. Cocchiatti” di via delle Fornaci troviamo il giovane presidente Simone Ronco (35 anni appena compiuti) di cui approfittiamo per cercare di intercettare cosa stia alla base del successo di questa piccola società (Terza Categoria girone B) che tante promesse ha lanciato alla ribalta del calcio professionistico.
Presidente, prima di entrare nel vivo della “questione giovanile” dal punto di vista tecnico può dirci a che punto si trova la società in merito alla gestione economica?
Stiamo facendo molti sacrifici per riportare l’ASD Donatello il più in alto possibile.La mia era al comando della società con mio padre Carlo vice, è d’altronde cominciata solo nell’agosto 2012 ed è presto per dire se e quando riusciremo a centrare l’obiettivo.
A proposito delle precedenti presidenze sa se ci sono nuovi sviluppi?
Non entro nel merito dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto come indagati i due ex dirigenti (Marco Zanier e Enrico Tonizzo) che prima di me hanno diretto l’associazione, per presunti reati fiscali e che è balzata alle cronache. So solo, come tutti qui, che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Si tratta di una vecchia storia che non può che lasciare l’amaro in bocca a quanti, dopo di loro, stanno investendo tempo e denaro per portare il nome della società in cima alle classifiche nazionali. Ribadisco pertanto che è una vicenda di cui l’attuale dirigenza non sa e non sapeva nulla. L’unico mio obiettivo è quello (come vi ho anticipato) di rilanciare questa storica fucina di talenti calcistici, in cui io stesso sono cresciuto. Al di là di vincere le partite, la società punterà a “lanciare” giovani calciatori ( almeno un paio l’anno, come consuetudine vuole) nel mondo del professionismo, nel solco di una tradizione che ha fatto conoscere il nome del Donatello in tutta Italia, vero sinonimo di qualità nella formazione dei calciatori in erba.
Quali sono state le pietre miliari poste per la rinascita?
Il primo passo compiuto è stato quello di rimettere a nuovo le strutture grazie all’intervento di un privato, quei 180 mila euro “prestati” dall’amico Di Natale (un finanziamento o meglio contratto di mutuo indispensabile), da sempre particolarmente attento alle esigenze dei settori giovanili. Con questi soldi la società ha rimesso a nuovo (restyling) le panchine, allestito le reti dietro le porte del campo gara, realizzato una striscia in sintetico per gli allenamenti dei portieri e costruito due nuovi e moderni campetti in erba sintetica di ultima generazione, per calcio a 5 e a 8 dove si allenano i bambini, con maggior rapidità, e giocano i piccoli. Fino a poco tempo fa quella striscia di terreno, su cui i nostri gioiellini si allenavano con non poche difficoltà, era coperta di ghiaia. Ci siamo impegnati a restituire i soldi al campione bianconero durante i 20 anni, da qui al 2033, di concessione della struttura ricevuta dal Comune. Poi l’opera “resterà a disposizione della città”. I lavori sono stati realizzati, in circa 50 giorni e dovranno fare il paio con un previsto intervento comunale per la ristrutturazione degli spogliatoi, la realizzazione di una nuova sede e un magazzino e il rifacimento delle gradinate, attualmente inagibili e chiuse al pubblico.Il progetto, da circa 950 mila euro, con fondi già stanziati, è bloccato solo per il patto di stabilità.
Perchè il completamento dell’impianto sportivo le sta tanto a cuore?
Avere anche le opere comunali accennate, con le strutture in erba sintetica che abbiamo già adesso, ci consentirebbe di realizzare anche i campus estivi molto richiesti dalle famiglie, con tutti i vantaggi che questo comporta non solo in termini di ritorno di immagine.
In che circostanze è nata questa grande amicizia con il bomber dell’Udinese e della Nazionale?
Di Natale ed io ci siamo conosciuti nel 2005 e da allora la nostra grande amicizia si è sempre più accresciuta sino a diventare la base del sodalizio professionale che ci ha portati ad una collaborazione strettissima. Inseparabili sui campi dell’Udinese, col tempo abbiamo condiviso insieme il sogno di creare talenti e lanciarli nel calcio professionistico.Quando ho deciso di prendere in mano le sorti della società, dopo che il presidente Tonizzo aveva preferito farsi da parte per motivi di lavoro (lasciandomi in eredità un esperto del calibro di Renato Nardone) la presenza di un personaggio come Di Natale ha significato mantenere buoni rapporti con l’Udinese e di conseguenza avere la benedizione della famiglia Pozzo e del responsabile del settore giovanile Carnevale per sperare che qualche nostro ragazzo possa arrivare fino alla serie A vestendo la maglia bianconera.Con Totò, pensiamo e lavoriamo anche ad altri progetti. In Italia ci conoscono già tutti, ma la volontà è quella di crescere ancora.Per farlo, però, abbiamo bisogno di sponsor e mezzi.
A quale esperienza si riferisce?
Esattamente a quella dell’ASD Ancona-Udine 1971 (il club di via Friuli con presidente Vincenzo Pisacane, società in cui ho militato da ragazzo) ed è quindi nel segno della continuità che anche il Donatello vuole diventare un polo calcistico giovanile udinese di altissimo livello e chissà, in un prossimo futuro, essere in grado di fornire giovani interessanti all’Udinese.Quel che è certo è che non ci sarà fusione tra l’Ancona e il Donatello. I rapporti di collaborazione tra queste due “potenze” del calcio giovanile udinese saranno sicuramente rafforzati, ma ogni club manterrà la sua individualità per quanto riguarda le ambizioni sul campo e l’organico societario.Di Natale si occuperà degli aspetti tecnici e della crescita dei giocatori del vivaio. Certo sarà difficile arrivare a costruire un polo ben attrezzato come quello di Pordenone, ma renderemo questa struttura altamente competitiva.
Qual è la filosofia che adottate per la costruzione dei giovani campioni?
La nostra intenzione è quella di dare una possibilità ai ragazzi di poter giocare, allenarsi, ma soprattutto divertirsi con il calcio, perché per il noi il gioco del pallone è soprattutto divertimento. La cultura del risultato non porta lontano. E’ senz’altro vero che gli stranieri hanno più fame e sanno adattarsi meglio dei nostri giovani, è un dato di fatto; ma noi seguiremo una linea per valorizzare i prodotti locali. Si vive d’altronde anche per coronare le soddisfazioni personali e quando vado in giro per lavoro e trovo spesso ragazzi di Udine che mi dicono “ho giocato nel Donatello”, come il dottore o il vicino di casa, e tutti conservano di quel periodo un ottimo ricordo, questo mi riempie d’orgoglio.Nessuno meglio del campione napoletano, puo’ capire queste cose.Trapiantato in Friuli, e sentendosi ormai legato a questa sua nuova terra vuole lasciare un segno non soltanto regalando sodisfazioni ai tifosi ogni domenica a suon di gol, ma lavorare per permettere ai ragazzi friulani di giocare in Serie A con la maglia bianconera. Quello che invece ora succede ma con le casacche di Inter, Milan e Juventus. Le parole d’ordine che da sempre ci rappresentano sono: umiltà e sacrificio.
Quanti campioni sono passati tra le fila del Donatello?
Tutti coloro che hanno a che fare con il mondo del calcio hanno ben presente il nome del Donatello. La nostra società sin dall’anno della sua fondazione (1966) infatti è, a detta di tanti, il miglior settore giovanile della città, tra i primi in regione e, numeri alla mano, in passato ha sfornato una miriade di talenti sbarcati nei campionati professionistici. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il portierone Simone Scuffet che al Donatello ha giocato dal 2006 al 2007 prima di passare all’Udinese, ma gli esempi sono molteplici. Dagli arcinoti Simone Padoin, centrocampista di Gemona adesso alla Juventus, a Massimo Donati, attualmente all’Hellas Verona, passando per Andrea Petagna, varie presenze con il Milan in Serie A a poco più di 18 anni, Simone Crisetig, a metà tra Inter e Parma e che gioca con la maglia del Crotone, Andrea Siculin, Alessandro Fabbro dell’Avellino e al ventenne Juri Cisotti che ha segnato la sua prima rete in cadetteria con la casacca del Latina. In rampa di lancio ci sono Michael Fabbro, giovanissimo attaccante classe 1996, ex punto fermo della primavera rossonera allenata da Pippo Inzaghi, Daniel Puto, Guido Variola centrocampista classe ’98 in orbita Real Madrid.
Cosa ritiene di poterci anticipare in merito al cosidetto “Patto a 5″ che da queste parti è oramai sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori?
Si tratta di un piano di collaborazione tra i cinque club udinesi che vanno per la maggiore in Friuli a livello di settore giovanile. Pensiamo che attraverso questo patto sì possano cercare nuove soluzioni per battere la crisi e lanciare la sfida alle “corazzate” della Destra Tagliamento che negli ultimi anni hanno spopolato nei campionati giovanili regionali. Il progetto coinvolge Donatello, Ancona e Bearzi (ancora più uniti in una collaborazione cominciata negli anni scorsi) e, novità, l’Ol3 e il San Gottardo. Naturalmente ci sarà anche Di Natale. A tirare le fila dell’operazione siamo stati io ed il presidenti dell’ASD Ancona, Vincenzo Pisacane che in sole quattro ore d’incontro abbiamo gettato le basi del “progetto”, con Totò nel ruolo di “nume tutelare” dell’iniziativa. Le nostre due società hanno siglato un accordo-contratto di collaborazione che durerà cinque anni: le contabilità resteranno separate, al pari degli organigrammi, però d’ora in poi concorderemo assieme le attività e gli obiettivi. Insomma, pare sia finito qualunque tipo di rivalità, se mai ce ne fosse stata. Le altre tre sorelle che saranno “della partita” sono il Bearzi, del presidente Giorgio Tissino, il San Gottardo di patron Gaetano Contarino e l’Ol3 di Franco Bertossi, il tutto con lo scopo (come vi ho già detto) di costituire un polo udinese del calcio giovanile.Ogni società aderisce in virtù di una motivazione diversa: il Bearzi perché non ha un suo vivaio, il San Gottardo perché è una realtà che intende crescere, mentre l’ambizioso Ol3 di Faedis dovrebbe diventare lo sbocco naturale per alcuni dei giovani con obbiettivo di raggiungere l’Eccellenza per poi recitare un ruolo di primo piano nel massimo campionato dilettanti regionale.
Quali risultati si sono già ottenuti da questa del tutto innovativa formula, destinata a divenire un format vincente per il futuro?
Nove squadre iscritte nei campionati regionali, la possibilità di lanciare ogni anno una decina di giocatori nell’orbita dei professionisti, tenendo ben presente che l’Ancona ha già in piedi una stretta collaborazione delle durata di cinque anni con l’Udinese, sono stai i primi frutti raccolti. Inoltre saranno potenziati anche i settori dei primi calci, facendo crescere ulteriormente la già molto quotata scuola calcio che porta il nome di Totò Di Natale. Volendo stare molto attenti al bilancio una via da seguire per non finire in “rosso” è quella di unificare le forze e riuscire a piazzare alcuni giocatori nelle serie superiori. Punteremo alla qualità per confrontarci alla pari con realtà come il Pordenone. Quando si lavora bene i risultati arrivano.