Savona. E’ stato pubblicato nella primavera 2013 da Sportintelligence, un dettagliato studio, basato sull’enorme mile di dati presenti nel database dell’istituto svizzero Cies Football Observatory, relativo alle società calcistiche mondiali che hanno contribuito allo sviluppo, dai 15 ai 21 anni, dei “giovani calciatori” presenti nelle rose dei club che nella stagione hanno frequentato i campi dei massimi campionati più importanti della scena europea (Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga, Ligue 1).
Ecco la classifica dei club per numero di giocatori portati nella massima serie:
1° Barcellona (Spagna) 38
2° Olimpique Lione (Francia) 31
3° Real Madrid (Spagna) 29
4° Rennes (Francia) 26
5° Arsenal (Inghilterra) 25
6° Manchester United (Inghilterra) 24
7° Bayern Monaco (Germania) 23
8° Sochaux (Francia)22
9° Atalanta (Italia) 21
10° Stoccarda (Germania) 20
10° Real Sociedad (Spagna) 20
12° Atletico Madrid (Spagna) 19
a seguire:
16° Roma 18
19° Milan 17
24° Juventus 15
31° Inter 14
58° Torino 10
59° Lazio 10
71° Brescia 9
77° Empoli 8
81° Pescara 7
88° Sampdoria 7
91° Napoli 6
Per dare un’idea dell’intero movimento giovanile nazionale abbiamo riprodotto tutte le società italiane, ricordiamo dell’annata 2013) che sono comparse nella classifica generale, diverse delle quali nel corso dello speciale “Settore Giovanile” diretto e coordinato dal ct Felicino Vaniglia verranno attentamente monitorate.
Nella speciale classifica stilata da Sportingintelligence, il primo posto va, come prevedibile, alla cantera del Barcelona con 38 protagonisti in giro per l’Europa, 14 dei quali attualmente nelle file blaugrana. La squadra catalana precede l’Olympique Lyonnais (31), il Real Madrid (29), lo Stade Rennais e il Manchester United (24). L’elaborazione predisposta estrapolando i dati relativi alle società italiane propone alcuni spunti interessanti di riflessione. Dei 270 calciatori cresciuti nei vivai italiani e che frequentano i cinque maggiori campionati europei ben il 31% arriva dai primi cinque club della classifica che, peraltro, seguono modelli diversi.
All’avanguardia sino dalla sua creazione nel lontano 1950, il settore giovanile dell’Atalanta come constatabile non colleziona solo titoli sportivi (15 in totale negli ultimi 20 anni) ma si conferma come ambiente ideale per la costruzione calcistica e umana dei futuri campioni. E’ infatti la Dea bergamasca la prima squadra italiana (occupa infatti l’ottavo posto a livello europeo) a comparire nelle top 15. Dalle giovanili nerazzurre sono usciti (dopo averne fatto parte per almeno tre anni tra i 15 e i 21) ben 21 giocatori che ora frequentano i massimi campionati europei. Molto simile al modello bergamasco è quello della Roma basato su una forte radicazione nel territorio. La Juventus, sin dai tempi dell’ingaggio del diciottenne Alessandro Del Piero, appare più orientata all’acquisto di giovani che sono già passati attraverso una prima sgrezzatura in altre società, mentre negli ultimi anni l’Inter ha addirittura inserito in misura massiccia nelle sue squadre giovani stranieri.
Si tratta, come impostazione, del modello Udinese che si trova agli ultimi posti della classifica poichè la squadra di Pozzo, con la sua rete di osservatori, cerca talenti già formati: ricordiamo che Alexis Sanchez, ad esempio. arrivò allo Stadio Friuli quando aveva già venti anni come Kwadwo Asamoah, Mauricio Isla a 19 anni. Le prime 20 squadre, se si esclude il Treviso che, in ogni caso, fino all’estate del 2009 frequentava la Serie B, hanno cresciuto due terzi dei calciatori a dimostrazione del fatto che le risorse economiche sono diventate fattore fondamentale e che solo i grandi palcoscenici, seppure vissuti ai margini, forniscono la visibilità necessaria a proseguire la carriera mentre nel contesto della Lega Pro potrebbe solo nel futuro dare gli attesi frutti la riforma dei campionati volta ad un maggior utilizzo dei giovani e allo sviluppo dei vivai.
Investire sui giovani è il modo migliore per sopperire ai prezzi elevatissimi sul mercato, e di conseguenza molte società stanno iniziando a destinare un numero maggiore di risorse ai propri settori giovanili, modelli divenuti famosi e conosciuti come le cantere alla spagnola le accademie inglesi e tedesche e quelle belghe di ultima generazione.
L’Osservatorio Internazionale di Studi Sportivi ha stilato da poco una classifica delle squadre professionistiche europee che possono vantare i migliori settori giovanili, e nella top ten, e non certo a sorpresa, c’è anche l’italianissima Atalanta. Non si tratta qindi di nessuna delle grandi, però, ma di una squadra “provinciale”che a livello giovanile domina la ribalta da oltre vent’anni.L’Atalanta quindi risulta la prima in Italia, l’ottava a livello dei settori giovanili europei. Questo straordinario successo la incorona come regina dello young sector e la rende unica e inarrivabile a livello nazionale.
A dichiararlo ci ha pensato lo studio globale della società con sede elvetica Cies Football Observatory (soprapubblicato), che ha preso in esame l’attività dei settori giovanili dei cinque principali campionati continentali (Italia, Spagna, Inghilterra, Francia, Germania) e, in particolar modo, i ragazzi compresi tra i 15 e 21 anni, con l’obiettivo di capire quanti di loro sono giunti in prima squadra. Al primo posto troviamo la mitica Masia del Barcellona, da cui sono usciti i vari Iniesta, Messi e Puyol, mentre i rivali del Real Madrid occupano la terza piazza. Ma il risultato più strabiliante riguarda proprio il nostro campionato: la prima società italiana, all’ottavo posto nella classifica mondiale, è l’Atalanta. Indietrissimo le “big”: sedicesima la Roma, diciannovesimo il Milan, ventiquattresima la Juventus e addirittura trentunesima l’Inter. La squadra orobica nerazzurra ha potuto vantare una formazione di 25 giocatori impegnati nei top 5 campionati europei, di cui 9 attualmente nella rosa di Colantuono.