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Savona calcio, da Pesce a Dellepiane passando per un fallimento e due storici campionati: si chiude l’era Corda. E ora?

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Savona. Da Pesce a Dellepiane, tre anni vissuti tutti d’un fiato tra un fallimento, campagne acquisti, espulsioni e, soprattutto, vittorie.

Presto per analizzare distaccatamente tre stagioni in cui, da perfetto sconosciuto o quasi almeno per il pubblico savonese – Ninni Corda si è trasformato nel “conducator”, nella guida sia in campo che fuori dal campo di una società che, a fine 2011, aveva rischiato di scomparire e di ricominciare dalla Terza Categoria.

Con la decisione odierna di chiedere la rescissione del contratto con il Savona, si chiude quella che nel calcio è, a buon diritto, definibile un’era geologica.

A maggior ragione se, come è avvenuto nelle ultime stagioni savonesi, è successo di tutto o quasi.

Se nei giorni scorsi un collega molto più illustre di Ninni Corda non avesse anticipato il tecnico sardo presentando le proprie dimissioni nelle mani della società, si potrebbe parlare di qualcosa di inedito.

Sicuramente non di imprevisto ed imprevedibile. Dopo la “querelle” post play off, nonostante i comunicati rassicuranti da parte della società, la situazione era rimasta in bilico.

Il tecnico, nonostante la riconferma da parte della dirigenza, si era dimostrato sempre cauto nell’esporsi: “Ora c’è da fare il mercato, sono concentrato solo su quello”, continuava a ripetere a chi gli chiedesse lumi sul rapporto con il club biancoblù.

Le motivazioni dell’addio sono chiare: la difficoltà a costruire una squadra che potesse reggere l’impatto con la Lega Pro unica e con il campionato che, dopo un anno di pax, tornava a prevedere le retrocessioni.

Almeno quelle che hanno portato alla decisione ultima. Altre che vanno più indietro nel tempo, a qualche crepa che, negli ultimi tempi si era creata, andranno analizzate, poi, a mente fredda.

Sicuramente la volontà degli ultimi senatori rimasti di cercare altre collocazione, potrebbe avere influito nella decisione maturata nell’allenatore di lasciare da vincente.

Quando questa decisioni sia maturata non è per ora ancora chiaro e non potrebbe essere altrimenti visto che, di fatto, la rescissione consensuale è ancora da concretizzare e sarà formalizzata lunedì prossimo.

Due sono ora le certezze. La prima è che la società dovrà trovare con la stessa rapidità con la quale la Juve ha scelto Allegri, il nuovo allenatore che guidi il Savona.

Dovrà essere il presidente in prima persona a sciogliere il dilemma visto che, di fatto, oltre all’allenatore, va via anche l’uomo mercato.

Si parla insistentemente di Arturo di Napoli, l’ex giocatore di Napoli e Inter che, qualche settimana fa, era stato interpellato dal cav. Dellepiane. Se fosse lui la nuova guida tecnica biancoblù bisognerà capire chi sarà l’uomo identificato per seguire le trattative di calciomercato. Pruzzo? Morris Pagniello, 37 anni, l’italo-australiano che nei giorni scorsi ha parlato con il patron apparentemente per il settore giovanile?

Tutte domande, interrogativi che arriveranno a maturazione in poche ore o pochi giorni.

Intanto, si chiude l’era Corda. L’era di un allenatore che, nelle prime interviste rilasciate nel giugno 2011, tracciava quello che è stato il suo manifesto: “ Essere attaccati a una maglia per me vuol dire sudare – spiegava – lavorare e raggiungere dei risultati. Sentirsi parte di una squadra, quindi sentirsi la maglia come la propria pelle è fondamentale per un calciatore. Questo vuol dire essere un professionista! Il mio motto è non mollare mai, portare un grande spettacolo la domenica in campo e rispettarsi gli uni con gli altri. Allenatore conta il buon 25%, invece in serie C in generale un 30%”.


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