Cairo Montenotte. Andrea Ralli, giocatore della Rocchettese, squadra che milita nel campionato di Terza categoria del girone Savona-Imperia, è uno dei tanti personaggi che arricchiscono, con la loro passione, lo sconfinato mondo del calcio cosiddetto minore, lontano – in meglio – anni luce da quello dorato dei professionisti.
Qui gli attori protagonisti sono impiegati, idraulici, studenti o disoccupati, tutti meritevoli di stare sotto la luce dei riflettori, non fosse altro che per l’abnegazione che mettono negli allenamenti… per lo più in tarda serata, magari sotto una fitta pioggia e dopo una giornata di duro lavoro… ma nonostante tutto sempre presenti, vero Ralli?
“Certamente, il calcio non può prescindere dalla passione. Sono cresciuto a pane e ‘pelota’ sui campetti di provincia di Cairo Montenotte, senza iPod o playstation … ma il calcio è come la musica, quando inizi ad ascoltarla ti affascina, ti ammalia e difficilmente puoi farne a meno”.
Chiacchierando con Ralli, la mente corre ai racconti del grande scrittore argentino Osvaldo Soriano, in particolare al suo libro “Futbol”, quando parla di oscuri attaccanti, d’improbabili arbitri, di allenatori in pensione; insomma, storie di personaggi sconosciuti, ma nel contempo indimenticabili, che giocano partite senza fine, contro un avversario o contro la vita stessa… che ne pensi Andrea?
“Mi identifico in queste storie; il nostro è un mondo difficile, dove riuscire a far combaciare la passione con gli impegni, che la vita ti pone quotidianamente davanti, a volte comporta il dover fare salti mortali, per rispettare le esigenze dello sportivo e, allo stesso tempo, dell’uomo. Io, poi, sono stato alquanto sfortunato, per via di tanti infortuni, ma ho sempre avuto la forza di rialzarmi e di non mollare mai”.
Spesso si dice che più si scende di categoria, più s’incontrano difficoltà, corrisponde al vero o è un pensiero stereotipato?
“Indubbiamente le società più piccole incontrano maggiori difficoltà sul piano economico e su quello logistico; il livello è tendente al basso, anche se ultimamente troviamo squadre molto attrezzate, con giocatori d’alto lignaggio, come ad esempio il Millesimo, che ha tra le sue fila un giocatore come Carparelli, che ha calcato i palcoscenici della serie A, oppure come l’Alassio, che vincerà a mani basse il torneo di Terza categoria, perché il parco giocatori è da serie ben superiori”.
A proposito di quest’ultima squadra, nell’ultimo turno vi ha rifilato un risultato altisonante. Secondo te, è giusto, ad un certo punto della gara, continuare a pigiare sull’acceleratore, anche quando è manifesta l’inferiorità dell’avversario, oppure si dovrebbe diminuire l’intensità del gioco, per non umiliare l’avversario?
“Pur non avendo piacere a subire molte reti, rispetto la decisione di continuare a giocare al meglio. Sono stati corretti sul campo ed anche fuori; sono le regole del gioco e vanno accettate”.
Quali sono i ricordi più belli del tuo curriculum calcistico?
“A parte la Rocchettese, di cui sono orgoglioso di far parte, senza dubbio metto in prima fila il periodo al San Giuseppe Cairo, uno squadrone dentro e fuori dal campo, che mi ha fatto crescere come uomo. Senza far torto agli altri componenti di quella rosa, mi sia permesso citare un paio di atleti e uomini veri, come Andrea ‘Briegel’ Ferraro ed il capitano Alessandro Ferrero”.
E allora chiudiamo con una frase di Bob Marley, grande leader della musica reggae: “il calcio, giocato a qualsiasi livello, è libera creatività, che permette di dare corso alla propria ispirazione”.