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Calcio, lo speciale Settore Giovanile del ct Vaniglia. AlbinoLeffe (parte seconda): intervista al savonese Luca Burattini

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Savona. Proseguiamo con il reportage sul pianeta giovani dell’AlbinoLeffe proponendovi un’interessante e simpatica intervista fatta a metà luglio 2014 ad uno dei talenti citabili tra i protagonisti della rinascita biancoceleste.

Stiamo parlando del savonese (classe ’97) Luca Burattini (che milita ora in prestito nei granata della Veloce, che al momento stavano effettuando la preparazione in attesa dell’avvio del campionato di Eccellenza). Il giovane difensore centrale (ex capitano della rappresentativa regionale ligure) si è sottoposto volentieri alle domande che gli sono state formulate dal suo ex mister federale, il ct provinciale Felicino Vaniglia, profondo conoscitore dei talenti nati all’ombra della Torretta.

Luca, potresti raccontarci che momenti hai vissuto a Bergamo, lontano dalla tua famiglia e dai tuoi amici?

E’ stata sicuramente una bellissima esperienza, che mi auguro non sia che una iniziale parentesi della mia ancora acerba carriera. Ho raccolto una serie di insegnamenti importanti sia sotto il profilo tecnico che umano, che credo mi abbiano migliorato e permesso di crescere in fretta. Dopo il necessario periodo di ambientamento, ho trovato la determinazione giusta per affrontare l’impegnativa vita del convitto. Entrare a fare parte a tutti gli effetti della rosa degli Allievi nazionali a disposizione di mister Caccia è stato per me la realizzazione di un sogno che avevo nel cuore fino da quando ho iniziato a tirare i primi “fatidici” calci ad un pallone.Ricordo ancora con emozione l’esordio con la corazzata Milan (che spettacolo veder giocare Modic e compagni): una sconfitta bruciante da cui abbiamo saputo riscattarci al “Kennedy” di Albino nel ritorno, pareggiando in rimonta 3 a 3.

Ci sono state situazioni difficili da dover superare?

Detto degli immancabili aspetti ambientali che comunque dato l’alto livello organizzativo del settore giovanile dell’AlbinoLeffe hanno avuto effetti del tutto marginali ho dovuto fare i conti con un doppio infortunio (cose che capitano ai difensori specie quando affrontano giocatori di altissimo livello), che mi ha messo alla prova e da cui sono uscito alla grande grazie alla mia forza d’animo.

Quali differenze principali hai notato tra il calcio dilettantisco giovanile da cui provenivi e quello di tipo professionistico?

Provo a rispondere nella certezza di dimenticarmi qualcosa. Innanzitutto il comportamento che viene richiesto in campo (maggiore intensità nell’esecuzione di partite ed allenamenti: sotto questo profilo fondamentale è stato dovermi misurare settimanalmente in amichevole con la nostra fortissima Berretti reduce da 2 scudetti tricolore) e fuori dal terreno di gioco (capacità di concentrarsi e assoluto rispetto delle regole, dall’alimentazione al modo di vestire). Secondariamente l’attenzione riservata alla cura della tecnica individuale. Infine molto spazio va riservato alle innovazioni tecnologiche, come la visione critica dei dvd per prendere coscienza degli errori commessi.

Che impressioni hai ricavato dalle “nuove metodologie” che ti sono state proposte e soprattutto che tipo di lavoro specifico hai svolto come difensore?

Allenarsi professionisticamente per 4/5 volte alla settimana in un contesto ideale e sotto la guida di tecnici molto qualificati penso sia estremamente formativo per tanti ragazzi che come me amano il calcio.Il mister curava i minimi dettagli al fine di trovare subito la solidità difensiva voluta, così come i giusti movimenti da eseguire, per consentire al reparto avanzato di pensare solo a fare gol. D’altronde il reparto arretrato stava particolarmente a cuore al nostro tecnico che è uno che lavora tanto sulla linea difensiva prefiggendosi l’obiettivo di cercare di prendere sempre meno gol possibili.

Vi allenavate a pochi passi dalla prima squadra. Questa vicinanza ti ha consentito di spiare qualche trucco anche dai “grandi”?

Sì, ogni tanto l’occhio scappava per spiarli. Poi spesso andavo allo stadio per vedere le loro gare. Penso che anche quest’anno riusciranno ad allestire un’ottima squadra e mi auguro che possano centrare la promozione in serie B.

Cosa ti chiedeva in allenamento mister Federico Caccia?

Voleva principalmente che mi sforzassi di giocare di più la palla e di seguire l’azione, caratteristiche fondamentali per diventare un buon centrale in una difesa a quattro visto che di norma adottavamo il modulo 4-3-3 e/o 4-2-3-1.

Veniamo ad oggi: quale ritieni essere il tuo punto di forza e su quale aspetto credi di dover maggiormente lavorare?

Il punto forte del mio repertorio è sicuramente la grinta. Un aspetto da migliorare è forse l’impostazione del gioco da dietro.

Chi è esattamente è il tuo top player preferito?

Il mio giocatore preferito è il capitano della nazionale brasiliana e del PSG, Thiago Silva.

Cosa hai da chiederti nel breve e medio periodo?

Voglio crescere ancora e migliorare il più possibile a livello personale e anche come feeling di squadra. Se darò sempre il massimo è naturale che possa trarne beneficio. Guardando un po’ più in là, spero di proseguire presto il percorso professionistico che ho solo momentaneamente interrotto e di finire le giovanili con la Berretti dell’AlbinoLeffe, società con cui mi sono trovato davvero bene e perché no, riuscire ad esordire in C con la prima squadra.


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